La Storia della Mela Campanina

Una Tradizione Antica del Mantovano

Molti anni fa, nel territorio Mantovano, esisteva una piccola mela speciale, la Mela Campanina. Piccola e resistente, veniva raccolta all’inizio di ottobre e conservata per tutto l’inverno fino a primavera inoltrata senza bisogno di celle frigorifere, allora inesistenti. La mela campanina era Un Frutto per Tutti. Ogni famiglia della zona ne faceva scorta, gustandola cruda o cotta al forno, per la gioia di bambini e anziani.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Quasi Obblio. La mela campanina fu quasi abbandonata perché il mercato preferiva mele più dolci, più grandi e più vantaggiose economicamente. Tuttavia, alcuni frutticoltori, tra cui mio padre, hanno mantenuta viva questa tradizione.

Negli anni ’90 il Ritorno alla Ribalta, la mela campanina ha iniziato a riconquistare quote di mercato nelle sue aree di origine (mantovana e modenese). L’aspetto esteriore delle nuove varietà non sempre coincideva con la qualità e i sapori delle mele originali. Le celle frigorifere erano efficienti ma il loro eccessivo utilizzo, a volte,  rendeva la mela un frutto insapore, o per dirla meglio “senza anima”. Recenti studi hanno rivelato che questo frutto ha un’attività antiossidante quattro volte superiore a quella delle mele moderne, rendendola una scelta sana e nutriente.

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La storia della mela campanina è quella di una tradizione che resiste nel tempo. In un mondo dove spesso il bello prevale sul buono, questo piccolo frutta ci ricorda l’importanza di preservare le qualità e i sapori autentici.

Paolo Franzoni

www.melacampanina.it

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2 risposte a La Storia della Mela Campanina

  1. Piero scrive:

    Una storia molto interessante e antica

  2. piera scrive:

    mi piacciono tante queste storie che mantengono in vita le tradizioni dei nostri nonni; inoltre io, già da diversi anni, ho reintrodotto l’ uso e il consumo alimentare di questa gustosissima e bella mela.

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